Testimonianze

dei figli spirituali di Adalgisa Riccardi

Indice delle testimonianze

Maria Antonia M.

Febbraio 2022

Scrivo questa lettera in testimonianza di Adalgisa Riccardi, una donna speciale che mi ha accompagnata per 27 anni con la sua preghiera, il suo supporto, il suo consiglio, e la sua amicizia. Ho conosciuto “mamma” Adalgisa nel 1994, un anno dopo la nascita del mio secondo figlio. Sono cresciuta nella fede Cattolica, credente e praticante da sempre, Mariana convinta. Adalgisa capì prontamente tutto ciò. Dalla nostra prima telefonata, Adalgisa ha lavorato sulle mie fragilità e, con la sua guida e i suoi esempi, ha radicato nel mio cuore il grande dono del perdono, della pace e della serenità. Io stessa e la mia famiglia siamo cresciuti con Adalgisa spiritualmente, e abbiamo visto in lei una fonte di bontà, speranza e grazia divina.

Per quasi 30 anni, la mia amicizia con Adalgisa è maturata attraverso lunghi colloqui telefonici, ogni settimana, e spesso diversi giorni alla settimana. La sua preghiera e la sua saggezza mi hanno cambiata, come madre, donna e cattolica. In aggiunta, negli anni che la ho conosciuta, ho assistito ad una serie di eventi che hanno confermato quanto Adalgisa fosse speciale. Tra le molte testimonianze, ho deciso di selezionare alcune che riflettono la straordinarietà di Adalgisa:

In Aprile del 2000, mi sono recata a Roma con i miei figli e mio marito. Desideravo tanto incontrare Adalgisa di persona e festeggiare il suo compleanno il 25 Aprile. Ma quando ho telefonato, Adalgisa mi disse che non era disponibile, dato che stava andando a Messa. Un po’ delusa, sono andata con la mia famiglia a visitare una delle tante chiese di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano. Ci mettemmo a pregare di fianco ad una delle cappelle dentro alla Basilica. Uno dei miei figli, però, era incuriosito da una signora più anziana che era seduta davanti a noi, intenta a pregare. La continuava a fissare e le camminava avanti e indietro. Mio marito si scusò con la signora, la quale sorrise e disse di non preoccuparci. Pochi minuti dopo, la signora si alzò e si avviò verso l’altare. Improvvisamente, sentii un senso di familiarità e chiesi a mio marito di rincorrere la signora e fermarla. Ma nel giro di qualche secondo, lei era scomparsa. Qualche giorno dopo, chiamai Adalgisa al telefono. La prima cosa che mi disse fu: “Che bello tuo figlio, ma è birichino, disturbava la signora che pregava.” Capii prontamente che quella signora nella Basilica di San Giovanni in Laterano era infatti Adalgisa, presente in bilocazione.

Nel 2009, mi apprestavo a fare un intervento molto delicato alla cervicale. Ero timorosa dell’operazione, temendo di rimanere immobile e lasciare i miei figli, ancora piccoli, e mio marito, di cattiva salute, senza il mio sostegno. Adalgisa ha colto la mia preoccupazione e mi ha incoraggiato a fare l’intervento. Mi disse: “Stai serena, vengo a casa tua, suono il campanello e tu scenderai le scale. Andiamo a bere il caffè nel bar all’angolo, vicino a casa tua.” La sua risposta mi riempì di stupore e conforto. Non avevo mai detto ad Adalgisa delle scale nella mia casa, o del bar all’angolo. Ma lei sapeva entrambi i dettagli. E di maggior importanza, con le sue parole (“scenderai le scale… andiamo a bere il caffè”), mi fece capire che tutto sarebbe andato bene. Prima di salutarci, aggiunse che “la Madonna sarà vicina al tuo letto il giorno dell’intervento.” Immancabilmente, il mio intervento è avvenuto il 25 Marzo, la festa dell’Annunciazione.

Nell’autunno del 2012, invitai Adalgisa a stare con me per qualche settimana, così che potesse fare delle visite mediche e cure a Milano. Ma Adalgisa, sapendo che io non guido la macchina, mi disse, “E poi chi mi porta dal dottore avanti e indietro?” La confortai, dicendo che mio marito l’avrebbe portata in macchina. Adalgisa mi rispose, semplicemente: “Antonia, ci devo vedere chiaro.” Presto capii che quelle parole erano il suo modo di avvertirmi, senza darmi panico, che qualcosa sarebbe accaduto. Qualche settimana dopo, mio marito morì improvvisamente, a causa di un infarto.

Devi sorridere; a Dio piace chi sorride.” Adalgisa mi ha detto spesso. Da quando ci ha lasciato, è stato difficile mettere in pratica quelle parole. Ma oggi, con questa testimonianza, il sorriso mi è tornato. Condividere il mio rapporto con Adalgisa – ciò che mi ha insegnato e ciò a cui ho assistito nei nostri 30 anni di amicizia – mi ha riempito di gioia. E per tutto ciò, sono grata a Dio per avere messo Adalgisa sulla mia strada; in lei, ho riconosciuto la bontà e il miracolo di Dio.

Fedelmente,

Maria Antonia M.

Patrizia N.

Dicembre 2022

Mi chiamo Patrizia e in piena coscienza desidero dare la mia testimonianza su Adalgisa Riccardi. Mi fu dato il suo numero di telefono da una parrocchiana di Grottammare (AP) della chiesa Gran Madre di Dio. Era il 7 settembre del 1987 quando per la prima volta parlai con Adalgisa e, con grande stupore, mi disse che Gesù avrebbe guarito il mio bambino di sette anni, figlio unico e orfano di padre, affetto da una gravissima e rara forma asmatica per la quale rischiava sempre il soffocamento. Lo feci visitare a Torino, Bologna, Roma ma nessun medico e specialista mi dava speranza, tutti erano dello stesso parere e mi dicevano che dovevo rassegnarmi.

Tre giorni dopo quella telefonata, Adalgisa si presentò inaspettatamente a casa nostra. Abbracciò e tenne stretto a sé il mio bambino, cantò con voce angelica profezie in una lingua a me sconosciuta, per poi tradurne il messaggio. Vedeva Gesù accanto al telefono! La casa fu improvvisamente pervasa da profumi di fiori, tanto che mio figlio le chiese: “signora, ma quanto profumo ti sei messa?” e poi mi disse: “com’è buono mamma, compralo anche tu!”. Quando Adalgisa andò via, la nostra casa fu pervasa da quel meraviglioso profumo fino a tarda sera. Da quel giorno ci ha accompagnati e tenuti per mano in ogni nostra tribolazione, fino all’ultima telefonata due giorni prima della sua morte. Fu sempre presente, sia negli anni degli incontri al forno di Acquaviva Picena (AP), che al telefono e persino incontrandola per strada.

Fin dal primo momento ebbi desiderio di trascrivere ogni sua parola e profezia, che per me sono conforto e ossigeno. Negli anni ho anche raccolto profezie per parenti, amici e conoscenti. Ma dopo la sua morte ho compreso che dovevo testimoniare ciò che è stata per la mia famiglia: cireneo, angelo consolatore, profeta, taumaturga e veggente. Stando a quanto in coscienza devo testimoniare, posso raccontare che nel 2010 mi fu diagnosticato un cancro maligno allo stomaco per il quale mi furono dati dai tre ai sei mesi di vita. Per la scienza non c’erano speranze, dovevamo rassegnarci. Ma Adalgisa, il nostro angelo custode, mi disse “a Dio tutto è possibile” e che sarei stata bene dopo l’intervento. E andò proprio così. Da allora sono trascorsi 12 anni e ringrazio il Signore Nostro Gesù che mi permette di testimoniare ciò che ho vissuto.

Io e mio figlio siamo sempre stati accompagnati dai suoi “profumi di cielo” e nei momenti peggiori Adalgisa arrivava anche in bilocazione. Lei stessa mi diceva: “chiamami che arrivo”. Come quella volta che, neanche un’ora dopo una nostra telefonata, mi trovavo in un supermercato della mia città. Stavo malissimo, avevo 39° di febbre e la invocavo affinché pregasse e mi sostenesse. Sento una voce che dice: “c’è Adalgisa!”. Mi si scalda il cuore, mi invade il suo profumo ed una forza benefica mi tiene ferma contro la mia volontà, perché vuole che la guardi e la ascolti. Poi appare alle mie spalle, mi abbraccia e mi rassicura dicendomi: “non avere paura, perché ci sono io che ti sostengo”. Dopo la sua morte l’ho incontrata per strada altre volte. In ogni occasione mi ha baciata e abbracciata e il suo profumo di cielo mi è rimasto addosso fino a sera.

Quante volte, grazie al suo intervento, ho visto cessare di colpo, senza assumere farmaci, le gravissime crisi asmatiche e i febbroni di mio figlio. Così come per le mie coliche renali, i fortissimi dolori di cervicale, di lombosciatalgia e di ernia al disco. Quanti ricoveri in ospedale abbiamo evitato grazie all’intercessione di Adalgisa!

Con questa testimonianza voglio ringraziarla. Per me è stata una madre, una sorella e un’amica. Mai dimenticherò le sue parole: “i tempi del Signore non sono i nostri”, così come non potrò mai scordare la data del 16 gennaio, quando ogni anno le mandavo i fiori per il santo Anniversario del suo incontro con Gesù. Non mi basterebbe un libro per parlare di Adalgisa.

In fede

Patrizia N.

Monia C.

Ottobre 2022

Era il 1990, frequentavo il 5° superiore. La mia compagna di banco, sapendo che facevo parte del Rinnovamento dello Spirito, iniziò a parlarmi di una signora di Roma, che pregava: Fanali Adalgisa, ma lei la chiamava Madre Adalgisa. Un pomeriggio andai a S. Benedetto del Tronto (AP) dove c’era un centro Sip con gli elenchi telefonici di tutte le grandi città italiane, presi quelli di Roma e cercai Fanali Adalgisa. Tornai a casa, provai a chiamarla. Le dissi: “Buonasera signora, lei non mi conosce…”. Mi interruppe subito e mi disse: “No no, io ti conosco molto bene, tu sei Monia, abiti a Cupra Marittima e frequenti il gruppo del Rinnovamento del sabato sera alla parrocchia S. Filippo Neri”. Da quel memento in poi è iniziato il bellissimo rapporto con la mia mamma spirituale, rapporto che non si è concluso il giorno della sua morte.

All’inizio la sentivo semplicemente per telefono, poi il 6 giugno del 1991 l’ho incontrata di persona. Era venuta nelle Marche accompagnata da don Antonio Rossi. Non so descrivervi a parole che cosa è stato quell’incontro: aveva un profumo di rose cosi intenso che ho avuto la grazia di sentire ogni volta che l’ho incontrata e che mi accompagnava poi sempre per tutta la giornata. Io e la mia famiglia possiamo testimoniare la grande fede di questa donna, una fede incrollabile in Gesù Cristo e nelle sue parole. Proprio in virtù della sua fede ha ottenuto tante grazie, guarigioni fisiche o spirituali.

L’ 8 maggio 2005 scopro di essere in attesa del mio terzo figlio. Passarono alcuni giorni ed ebbi delle piccole perdite di sangue. La dottoressa che mi fece l’ecografia mi disse di tornare immediatamente dal mio ginecologo, c’era il rischio di una forte emorragia. Chiamai il mio ginecologo che consigliò di interrompere la gravidanza. Telefonai ad Adalgisa che mi disse di stare tranquilla e di avere fede, di farmi il segno della croce perché mi avrebbe fatto una preghiera. Durante la preghiera ad un certo punto disse: “Cosi ti dice il Signore Gesù: dovrai stare un po’ attenta ma alla fine stringerai fra le braccia un bel bambino”. La salutai rincuorata. Dopo una settimana circa ebbi nuovamente delle perdite di sangue, corsi in ospedale dove mi ricoverarono, era il 19 maggio 2005. Dall’ecografia emerse che il feto non c’era. Con mio marito decisi di andare all’ospedale di S. Severino Marche, nella speranza di non perdere almeno il mio utero e quindi la possibilità di avere altri figli. Mio marito rimase a parlare con il primario e io mi accomodai nello studio accanto con un suo collaboratore per fare l’ecografia. Ad un certo punto, questo dottore disse: “qui c’è una grossa novità: il bambino c’è, è di 5 mm e guarda come batte il cuore!”. Il 9 gennaio 2006 è nato mio figlio.

Durante il parto ci sono stati problemi. Per 15 giorni non ho voluto che gli venissero fatte delle foto perché era tumefatto in volto. Il bambino ebbe anche 2 focolai di broncopolmonite, di cui uno vicino al cuore. Erano le 19.00 circa quando riuscii a parlare con Adalgisa al telefono, piangevo disperata, mio figlio respirava malissimo nonostante l‘ossigeno. Adalgisa mi disse di stare tranquilla perché lei si sarebbe messa subito a pregare e al bambino non sarebbe capitato nulla di male, gli era stato fatto un maleficio fin dal suo concepimento. Ma io non dovevo aver paura perché la sua nascita era stata voluta da Dio e non avrebbe permesso che gli accadesse nulla di male. Alle 23.00 circa il primario venne ad informarmi che le condizioni del bambino stavano migliorando e quindi era stato scongiurato il trasferimento nella terapia intensiva. Il 3 febbraio siamo stati dimessi dall’ospedale.

Grazie Mamma Adalgisa per essere stata sempre presente con le tue preghiere, i tuoi sacrifici offerti a Gesù per amore nostro, grazie per esserci vicina ancora adesso, anzi ora più di prima.

Con infinito amore, la tua devotissima figlia.

Monia C.

 

Giuseppe

Novembre 2021

Sono l’ultimo di sei figli. A casa mia non regnavano la pace e la serenità: papà e mamma litigavano e mio padre usava spesso violenza fisica su mamma. Vivevo nella paura e nel terrore. Quando frequentavo la quinta elementare venne nella mia classe un sacerdote che cercava seminaristi, i miei genitori acconsentirono e andai in seminario. Dopo la terza media tornai a casa e a 16 anni rimasi solo con mamma. Ma con il passare del tempo non pregavo più, tolsi il crocifisso dalla camera da letto e non mi facevo il segno della croce. Quando per qualche occasione particolare andavo a Messa uscivo spesso a fumare. E così sono arrivato quasi ai trent’anni.

Un giorno mia madre cadde e venne ricoverata al C.T.O. di Roma dove conobbe Don Antonio Rossi. Insieme a Sorella Adalgisa (così la chiamavo) iniziarono a farle visita e a incontrare anche me. Dopo alcuni incontri tornai a Messa e andavo a Roma al Santuario del Divino Amore. In uno dei primi colloqui con Sorella Adalgisa Le raccontai tutta la mia storia. Lei mi disse di non preoccuparmi, che a motivo della mia forte sensibilità e della mia debolezza caratteriale ero colpito da mali e maldicenze. Mi incoraggiò a stare tranquillo perchè la mia vita sarebbe stata soave e che ci avrebbe pensato Lei. Ripeteva spesso: “nessuno ti torcerà un capello”.

Sorella Adalgisa mi chiese se frequentavo qualche ragazza. Le manifestai tutte le mie paure e insicurezze per affrontare un fidanzamento e successivo matrimonio, ma mi rassicurò dicendomi che sarebbe andato tutto bene. Le rivelai che frequentavo una persona e Sorella Adalgisa mi domandò, senza conoscerla, se fosse quella ragazza che suonava e cantava in Chiesa. Quando le risposi di sì disse che sarebbe divenuta mia moglie e che avremmo avuto due o tre figli. Oggi siamo sposati e abbiamo due figli.

Sorella Adalgisa una volta mi rivelò: “fra circa vent’anni faranno un male cattivo a te e alla tua famiglia… Questo maleficio durerà diversi anni”. Le risposi “allora non mi sposo, perché non ho la fede la capacità per superare queste tipo di difficoltà”. Mi rassicurò perchè ci avrebbe pensato Lei.

In un’altra occasione disse che mio figlio sarebbe andato a vivere a Londra, ma che alla morte di mia madre avrebbe fatto ritorno in Italia prima che una pandemia interessasse tutta la terra. Mio figlio è stato a Londra ed è ritornato dopo la morte di mia madre nel 2015.

Sorella Adalgisa predisse che qualche fratello e sorella mi avrebbe fatto soffrire. Aggiunse: “non devi preoccuparti perché P. oltre ad essere tua moglie sarà per te fratello e sorella e alla morte di tua madre anche madre. Sarà sempre vicino a te, anche nei momenti brutti e difficili”. Con alcuni fratelli e sorelle non ho avuto un buon rapporto.

In un’altra occasione mi disse: “Negli ultimi anni di lavoro alcuni colleghi ti metteranno in mezzo e ti faranno soffrire molto e quando andrai in pensione non festeggerai… Non ti preoccupare e ricordati che sei una persona onesta e un lavoratore onesto”. E’ andata così.

Per anni ho chiamato regolarmente Sorella Adalgisa al telefono. Ha pregato per me e la mia famiglia e negli ultimi tempi sono andato quasi tutti i mesi a trovarla a casa sua. Delle sue preghiere ricordo con gioia queste frasi:

Oltre ad essere un cattolico sei un cristiano vero”.

La tua famiglia vive in una botte di ferro e questa botte di ferro è il Cuore Misericordioso di Gesù”.

Non ti devi preoccupare per i tuoi figli, perché prima di essere figli tuoi sono figli di Gesù. E Gesù li ha presi per mano e li guida insieme alla protezione della Madonna del Divino Amore”.

La tua famiglia è stata benedetta da Dio per sette generazioni”.

Se muoio non ti preoccupare, ti proteggerò da morta”.

Giuseppe