Biografia e carismi

di Adalgisa Riccardi

Biografia di Adalgisa Riccardi

La nascita

Adalgisa Riccardi nacque il 25 aprile 1933 a Fiuggi (FR) da Lorenzo Riccardi, un facoltoso commerciante discendente del Beato Placido Riccardi e Filomena Paris. La mamma, una donna autoritaria e severa, le riservò scarse considerazioni rispetto agli altri sette figli, ostacolandone la vocazione carismatica.

L'infanzia e i carismi

Creduta morta alla nascita e con una lieve malformazione all’arto superiore, Adalgisa trascorse un’infanzia travagliata. All’età di soli tre anni ebbe le prime apparizioni mistiche, durante le quali giocava in segreto nella sua stanza con Gesù bambino. Di lì a poco si manifestarono anche i doni carismatici, come al santuario della Santissima Trinità di Vallepietra (RM) quando, tra lo stupore dei presenti, ottenne la guarigione miracolosa di una bambina sordomuta e cieca.

Adalgisa Riccardi

La morte della sorellina

Con il passare del tempo i genitori di Adalgisa erano sempre più preoccupati dal comportamento “inspiegabile” della piccola fino a considerarla malata di mente. Dapprima la minacciarono di portarla in orfanotrofio, per poi compiere la scelta disperata di affidarla ai medici che l’avrebbero curata con l’elettroshock. A complicare la già difficile situazione familiare si aggiunse anche la morte della sorella più piccola che cadde nella pentola dell’acqua bollente, una tragedia della quale fu ritenuta colpevole Adalgisa, segnando profondamente l’infanzia della giovane carismatica.

Il dopoguerra

Tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e l’inizio del dopoguerra in Adalgisa sbocciò il suo lato caritatevole. Potendo contare sul benessere economico della famiglia, la bambina prendeva di nascosto il cibo dalle dispense di casa e lo distribuiva ai poveri e agli anziani del quartiere. Fu da questo contatto diretto con la sofferenza del prossimo che nacque in lei il desiderio di farsi suora, una vocazione che negli anni successivi non troverà il supporto della famiglia.

I carismi

«Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la chiesa.»
(Col. 1,24)

Conoscenza

Adalgisa Riccardi leggeva i pensieri dei suoi interlocutori per aiutarli a comprendere gli eventi.

Profezia

Parlava per bocca del Signore Gesù in aramaico, iniziando. Successivamente ne traduceva il messaggio.

Guarigione

Diagnosticava malattie del corpo e dello spirito, chiedendo anche al Signore di ricevere su se stessa la malattia per ottenere la guarigione dei malati.

Il matrimonio

Grazie alla dispensa di papa Eugenio Pacelli, all’età di 15 anni Adalgisa sposò Silvio Fanali, l’amato che aveva 20 anni, studente di Giurisprudenza e in seguito avvocato di origini nobiliari con cui l’anno dopo diede alla luce il figlio Franco. Il matrimonio, osteggiato duramente da entrambi i suoceri, riservò dei momenti molto difficili in cui Silvio, uomo buono ma problematico, arrivò a maltrattare la giovane moglie proibendole perfino di recarsi in chiesa. L’unione tra i due si interruppe dopo sei anni di nozze, quando Silvio rimase vittima di un terribile incidente stradale. Fu una perdita che Adalgisa non riuscirà ad accettare per molto tempo.

L'incontro con Gesù

Dopo la morte del marito, Adalgisa aprì un negozio di elettrodomestici in zona San Giovanni a Roma la cui rendita permise a lei e al figlio un tenore di vita agiato. Tra cene sontuose, beni di lusso e vestiti alla moda, la ragazza cercò di colmare l’assenza di Silvio, senza però riuscirci. Ma tutto cambiò una sera del 16 gennaio quando, nel ristorante del cognato a San Lorenzo a Roma, conobbe un uomo elegante e di bell’aspetto. I due cenarono insieme e durante la conversazione egli dimostrò inspiegabilmente di conoscere Adalgisa nel profondo. Dopo la cena questa persona scomparve misteriosamente, senza che nessuno dei presenti lo vide uscire dal locale.

Esorcismo

Fu il suo carisma speciale fin dall’infanzia. Adalgisa vedeva gli spiriti e li cacciava via impetuosamente chiamandoli con il loro nome.

Bilocazione

Era presente in due luoghi contemporaneamente. Vi sono molte testimonianze di persone che la hanno vista in casa loro o nei loro ambienti mentre lei era a Roma.

Espiazioni

Per la conversione dei peccatori offriva al Signore grandi penitenze e digiuni. Nei 40 giorni della quaresima pativa le sofferenze fisiche inflitte a Cristo nella passione, spesso prolungando il digiuno fino a Pentecoste.

Stimmate

Secondo la testimonianza di don Antonio Rossi, Adalgisa portava su di se la grande sofferenza delle stimmate, per le quali chiese a Cristo che non fossero rese visibili.

Le apparizioni

Un giorno su un pianerottolo le apparve nuovamente quell’uomo. Tra lo stupore e l’emozione, Adalgisa riconobbe in lui la figura di Gesù Cristo che le disse “seguimi”, per poi sparire ancora una volta davanti ai suoi occhi. Da allora, il 16 gennaio di ogni anno, mangerà insieme al Signore Gesù seduto in carne ed ossa alla sua tavola. Queste apparizioni segnarono l’inizio di un grande cammino carismatico fatto di molte altre apparizioni, profezie e messaggi divini ricevuti anche in momenti e luoghi diversi.

La povertà

L’incontro con Gesù diede una svolta decisiva alla vita di Adalgisa, mostrandole chiaramente la sua chiamata. Vendette il negozio e donò alla Chiesa tutti i suoi beni per vivere in povertà assoluta, condividendo la sofferenza degli emarginati e delle persone di strada in comunione con Cristo. Intanto il figlio Franco andò a studiare medicina in Francia, anche per consentire alla mamma di svolgere liberamente la sua missione. Iniziò così un lungo apostolato al fianco di senzatetto, tossicodipendenti e prostitute che Gesù considera “i suoi migliori amici”.

Dipinto del '700 del Sacro Cuore di Gesù

La vita religiosa

Adalgisa coltivò fin dall’infanzia il desiderio di prendere i voti e aiutare i poveri, così un giorno decise di bussare alle porte dell’Ordine di Gesù Misericordioso per coronare la sua vocazione. Ma a causa di un infarto che la colpì in quegli anni, le responsabili dell’ordine preferirono non farsi carico di un’altra sorella malata e decisero che avrebbe servito il Signore da consacrata laica oltre i confini della comunità, nel mondo.

L'incontro con Madre Teresa di Calcutta

Adalgisa seguì un corso da infermiera per diventare missionaria e continuare ad occuparsi dei più poveri. Ma i genitori, preoccupati da una scelta così radicale, con l’aiuto di un parente riuscirono a organizzarle un incontro con Madre Teresa di Calcutta durante una sua visita a Roma. In quell’occasione, Madre Teresa disse all’aspirante missionaria: “non c’è bisogno di andare tanto lontano per aiutare i poveri, li abbiamo ad un millimetro da noi e non ce ne accorgiamo”.

Adalgisa riceve l'Eucarestia da San Pio da Pietrelcina

Adalgisa riceve l'Eucarestia da San Giovanni Paolo II

La missione di carità

Illuminata dalle parole di Madre Teresa, Adalgisa dedicò tutte le sue forze per aiutare i senzatetto, tossicodipendenti, prostitute e ragazze madri che il Signore metteva sulla sua strada. Trovò lavoro in Vaticano presso la tipografia dell’Osservatore Romano, recuperando così il denaro necessario per compiere la sua missione di strada. Fece anche attività di volontariato per la Basilica di San Paolo fuori le mura e alla Cappella di San Timoteo, dove in quegli anni celebrava la S. messa don Luigi Ranieri, suo futuro confessore e padre spirituale per il resto della vita.

La collaborazione con don Antonio Rossi

Don Antonio Rossi (Acquaviva Picena, 1924 – Roma, 2012) fu un sacerdote membro della Società di San Paolo di don Alberione e missionario. Conobbe Adalgisa nel 1980 quando era cappellano dell’ospedale CTO di Roma. Iniziò la collaborazione con gli incontri di preghiera per i malati dell’ospedale, per poi accompagnarla nel suo apostolato del quale documentò l’attività carismatica. A causa di problemi di salute, negli ultimi anni della sua vita fu destinato dai suoi superiori a una residenza per anziani dei religiosi Paolini, ma Adalgisa si offrì di assisterlo personalmente in casa sua fino al giorno della sua morte.

Don Luigi Ranieri

Don Antonio Rossi

Gli incontri nelle Marche

Negli anni ’80 Don Antonio frequentava i gruppi di preghiera del Rinnovamento dello Spirito dove testimoniò in più occasioni le opere fatte dal Signore tramite Adalgisa. In un gruppo di preghiera c’era un ragazzino di 16 anni caduto in possessione diabolica che nessun sacerdote era riuscito a liberare. Fu in quell’occasione che l’intervento di Adalgisa si rivelò provvidenziale, così che l’esorcismo, insieme ad una prodigiosa guarigione dalla leucemia di una signora del luogo, segnò l’inizio della sua missione nelle Marche. Presso il forno di Acquaviva Picena (AP) e la casa di don Antonio, Adalgisa ricevette per oltre vent’anni un numero incalcolabile di persone provenienti da tutta la regione e non solo, diventando in breve tempo un’icona spirituale del territorio.

La missione a distanza

Con il passare degli anni la missione nelle Marche si fece sempre più impegnativa. Adalgisa lasciò il lavoro della tipografia romana, trovando un impiego notturno come addetta alla pulizia dei condomìni che svolgeva dopo aver cucinato e distribuito di persona i pasti caldi ai senzatetto della capitale. Quando al mattino rientrava a casa in via Laurentina iniziava l’apostolato a distanza, un’opera incentrata sulle numerose telefonate di persone e figli spirituali che la cercavano sia dall’Italia che dall’estero.

Veduta di Acquaviva Picena (AP)

Adalgisa prega nella sua abitazione di via Laurentina a Roma

La morte del figlio

Preghiere, opere di carità, esorcismi, profezie, apparizioni, bilocazioni e guarigioni miracolose si susseguirono senza sosta dagli anni ‘80 all’inizio del Duemila. Una volta conclusi gli incontri nelle Marche, la sua missione dal vivo subì un graduale rallentamento fino a interrompersi con un tragico evento: all’età di ottantasei anni Adalgisa perse il figlio Franco, che morì di cancro il 15 marzo 2019. Fu il più grande dolore della sua vita.

Gli ultimi giorni

Dopo la morte di Franco le sue condizioni di salute peggiorarono. Negli ultimi anni di vita Adalgisa trascorse tutto il suo tempo in casa assistita da una badante, dove si dedicò all’apostolato a distanza fino all’ultimo dei suoi giorni. Si spense nella notte di venerdì 5 novembre 2021 all’età di 88 anni. Il funerale fu celebrato a Roma nella chiesa di Santa Maria in Via alla presenza di famigliari e un gruppo di figli spirituali delle Marche. Le sue spoglie sono conservate nel cimitero Laurentino.

Adalgisa insieme a suo figlio Franco

La tomba di Adalgisa nel cimitero Laurentino, Roma

Le testimonianze

dei figli spirituali di Adalgisa Riccardi

I messaggi di Gesù

rivelati ad Adalgisa Riccardi